DALLA FONDAZIONE ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE
Il racconto della nascita della banda di Erbusco è inscindibile dall'esperienza biografica del suo fondatore, Dino Magri (1884-1961). Appassionato di musica fin da bambino, Dino studiò dapprima pianoforte e successivamente si dedicò al clarinetto, lo strumento con cui fece il suo ingresso nel corpo musicale di Adro.
Lo scioglimento della banda adrense e la voglia di Dino e di suo fratello Guido Magri (1892-1974) di dare una continuità al percorso intrapreso nel paese vicino li spinse, tra il 1908 e il 1910, ad avviare a Erbusco una scuola di musica.
Nel 1912 nacque formalmente il corpo bandistico erbuschese sotto la direzione di Dino.
Guido ricoprì per molti anni il ruolo di presidente dell'associazione.
L'attività del gruppo subì una brusca battuta d'arresto tra il 1915 e il 1918, durante il primo conflitto mondiale. Nel 1919, però, la banda riprese a lavorare sul territorio con grande energia, garantendo una presenza assidua alle principali manifestazioni e raccogliendo buoni consensi tra i cittadini.
L'associazione aderì successivamente all'Opera nazionale dopolavoro, deputata ad occupare il tempo libero dei lavoratori.
Sul finire degli anni Trenta il timone della banda passò al maestro Pietro Orizio, padre del direttore del Festival Pianistico Internazionale Arturo Benedetti Michelangeli di Brescia e Bergamo, Agostino Orizio. In quell'epoca la formazione partecipò a numerosi concorsi, ottenendo piazzamenti prestigiosi nel 1937 e nel 1938 a Iseo.
Lo scioglimento della banda adrense e la voglia di Dino e di suo fratello Guido Magri (1892-1974) di dare una continuità al percorso intrapreso nel paese vicino li spinse, tra il 1908 e il 1910, ad avviare a Erbusco una scuola di musica.
Nel 1912 nacque formalmente il corpo bandistico erbuschese sotto la direzione di Dino.
Guido ricoprì per molti anni il ruolo di presidente dell'associazione.
L'attività del gruppo subì una brusca battuta d'arresto tra il 1915 e il 1918, durante il primo conflitto mondiale. Nel 1919, però, la banda riprese a lavorare sul territorio con grande energia, garantendo una presenza assidua alle principali manifestazioni e raccogliendo buoni consensi tra i cittadini.
L'associazione aderì successivamente all'Opera nazionale dopolavoro, deputata ad occupare il tempo libero dei lavoratori.
Sul finire degli anni Trenta il timone della banda passò al maestro Pietro Orizio, padre del direttore del Festival Pianistico Internazionale Arturo Benedetti Michelangeli di Brescia e Bergamo, Agostino Orizio. In quell'epoca la formazione partecipò a numerosi concorsi, ottenendo piazzamenti prestigiosi nel 1937 e nel 1938 a Iseo.
DAL DOPOGUERRA ALLA PRIMA METÀ DEGLI ANNI SESSANTA
Nel 1946 il corpo musicale erbuschese riprese la sua attività nelle mani del figlio di Dino, Giuseppe Magri, detto Usipì.
Grazie alla sua carismatica personalità riuscì nell'intento di avvicinare sempre più concittadini all'associazione, che proprio sotto la sua direzione visse uno dei momenti di massimo splendore, partecipando nel 1948 e nel 1949 a due importanti raduni a Maderno, aggiudicandosi poi il primo premio nel 1951.
Negli anni Cinquanta la banda "Dino Magri" consolidò la sua presenza sul territorio, collaborando nel 1954 all'organizzazione della prima edizione del Carnevale di Erbusco, che ancora oggi culmina nella sfilata dei carri allegorici del martedì grasso.
Nel 1961, con un anno d'anticipo, si celebrò il cinquantesimo della fondazione del gruppo: fu in questa occasione che il corpo musicale prese ufficialmente il nome "Dino Magri".
Grazie alla sua carismatica personalità riuscì nell'intento di avvicinare sempre più concittadini all'associazione, che proprio sotto la sua direzione visse uno dei momenti di massimo splendore, partecipando nel 1948 e nel 1949 a due importanti raduni a Maderno, aggiudicandosi poi il primo premio nel 1951.
Negli anni Cinquanta la banda "Dino Magri" consolidò la sua presenza sul territorio, collaborando nel 1954 all'organizzazione della prima edizione del Carnevale di Erbusco, che ancora oggi culmina nella sfilata dei carri allegorici del martedì grasso.
Nel 1961, con un anno d'anticipo, si celebrò il cinquantesimo della fondazione del gruppo: fu in questa occasione che il corpo musicale prese ufficialmente il nome "Dino Magri".
DAL 1968 ALLA FINE DEGLI ANNI NOVANTA
Alla morte di Usipì nel 1968 arrivò a sostituirlo il cugino Bruno Magri, detto Cichino, che rimase al timone del complesso fino al 1975.
A lui subentrarono il maestro Luciano Rovaris, che preparava il corpo musicale per i concerti e per le Settimane Musicali, e Giuseppe Magri, che fungeva da capobanda per le manifestazioni e i cortei sul territorio.
Nel 1977, durante la festa per l'ottantacinquesimo di fondazione, si procedette all'assegnazione del nuovo labaro, l'insegna che ancor oggi è vessillo della banda.
A lui subentrarono il maestro Luciano Rovaris, che preparava il corpo musicale per i concerti e per le Settimane Musicali, e Giuseppe Magri, che fungeva da capobanda per le manifestazioni e i cortei sul territorio.
Nel 1977, durante la festa per l'ottantacinquesimo di fondazione, si procedette all'assegnazione del nuovo labaro, l'insegna che ancor oggi è vessillo della banda.
IL NUOVO MILLENNIO
L'ultima pagina della storia del corpo musicale ci riporta ai nostri giorni.
Nell'ultimo ventennio la scuola di musica ha sperimentato un massiccio affinamento delle tecniche di insegnamento e oggi i docenti sono tutti diplomati in conservatorio. Molti giovani strumentisti della banda erbuschese hanno intensificato lo studio diplomandosi a loro volta in conservatorio.
Il Nuovo Millennio ha portato anche un rinnovo del repertorio concertistico a scapito di datati adattamenti di partiture per orchestra, spesso inefficaci. Dal 2006, sotto la direzione del maestro Walter Pezzoni, il repertorio si è arricchito di molti brani originali per banda e dal 2018, diretti dall'attuale maestro Giorgio Gandossi, il Corpo Musicale Dino Magri affronta sempre più frequentemente anche il repertorio jazz e swing.
Nel 2020 il corpo musicale è stato messo a dura prova dalla pandemia globale di covid19, che gli ha impedito per lungo tempo di esibirsi e impartire lezioni nell'Accademia di Musica. La banda di Erbusco non ha voluto però far mancare la proprio presenza sul territorio, suonando a distanza registrando prima l'Inno di Mameli (pubblicato in occasione della Festa della Repubblica) e poi "Jingle Bells Rock" (in occasione delle feste natalizie).
La nostra storia continua...
Nell'ultimo ventennio la scuola di musica ha sperimentato un massiccio affinamento delle tecniche di insegnamento e oggi i docenti sono tutti diplomati in conservatorio. Molti giovani strumentisti della banda erbuschese hanno intensificato lo studio diplomandosi a loro volta in conservatorio.
Il Nuovo Millennio ha portato anche un rinnovo del repertorio concertistico a scapito di datati adattamenti di partiture per orchestra, spesso inefficaci. Dal 2006, sotto la direzione del maestro Walter Pezzoni, il repertorio si è arricchito di molti brani originali per banda e dal 2018, diretti dall'attuale maestro Giorgio Gandossi, il Corpo Musicale Dino Magri affronta sempre più frequentemente anche il repertorio jazz e swing.
Nel 2020 il corpo musicale è stato messo a dura prova dalla pandemia globale di covid19, che gli ha impedito per lungo tempo di esibirsi e impartire lezioni nell'Accademia di Musica. La banda di Erbusco non ha voluto però far mancare la proprio presenza sul territorio, suonando a distanza registrando prima l'Inno di Mameli (pubblicato in occasione della Festa della Repubblica) e poi "Jingle Bells Rock" (in occasione delle feste natalizie).
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